lunedì 1 agosto 2016

TOUR SPAGNOLO - da Figueres a Peralada


Il mio anticipo di ferie estive parte dalla Spagna in particolare da Figueres, città della Catalogna nota per aver dato i natali a Salvador Dalì. Arrivare fin qui non è stato per nulla facile, volo diretto da Bologna per  Barcellona e due cambi treno per superare i 150 km di distanza piuttosto difficili da gestire visto che in questa zona non esiste un'assistenza minima al passeggero. Evidentemente non c'è il capotreno della situazione, non c'è alcun punto informativo, si deve andare molto ad intuito o chiedere alle persone del posto che per fortuna non si tirano indietro. Ad ogni modo riesco ad arrivare al mio hotel Pirineos, giusto  a ridosso del centro urbano e appena sistemato l'abito per la serata, decido di uscire per visitare questo piccolo borgo molto caratteristico.
In realtà questo viaggio non nasce per la passione frenata per Dalì ma per lo spettacolo che di lì a poche ore mi porterà al festival di Peralada per assistere all'ultima tappa del Bolletour 2016 con Roberto Bolle ed i suoi friends internazionali. Il biglietto preso mesi fa on line mi ha permesso di valutare il soggiorno spagnolo per poter godere di un piccolo  itinerario culturale da fare nei paraggi con conclusione a Barcellona. Quando parto per questi "tour de force" solitamente vado sola perché è difficile trovare qualcuno coi miei stessi ritmi (mangio se non c'è nulla da vedere prima, cammino fino ad essere sfinita,mi adatto sempre) quindi solitamente pochi giorni concentrati ma davvero intensi.
 
Uscita dall'hotel scendo una piccola viuzza e mi trovo direttamente sulla Rambla di Figueres e di qui in un centinaio di metri raggiungo il Teatro Muso Dalì, un "oggetto" surrealista più grande al mondo che occupa l'edificio dell'antico Teatro Comunale  distrutto alla fine della Guerra Civile e su cui Dalì decise di creare il suo museo.
Dalì scelse le rovine del Teatro Comunale per tre motivi: di fatto era un pittore prevalentemente teatrale, il teatro era giusto di fronte alla chiesa in cui fu battezzato, il vecchio foyer del teatro vide la sua prima esposizione di pittura.
 
 
Il Teatro Museo Dalì visto da Torre Galatea
Dall'esterno il museo  anticipa la spettacolarità dell'interno, un museo sicuramente da vedere facendo tappa in città.

All'interno si trovano opere che descrivono l'evolversi dell'artista dalla sue prime esperienze artistiche -impressionismo, futurismo, cubismo, le sue creazioni del  periodo surrealista fino alle  opere degli ultimi ani di vita. il tutto mantenuto in un ambiente che rispetta i parametri estetici di Dalì.
Qui sotto alcune foto che mostrano la maestosità unita all'eccentricità dell'artista nel proprio tempio.




Questi oggetti che apparentemente ubicati a terra non hanno alcun senso, visti dall'alto, in apposita postazione predisposta (si sale su alcuni gradini e di guarda all'interno di una lente contornata da una chioma di parrucca bionda), vanno invece a ricreare un volto femminile...che mito!!! (foto sotto)


 
Terminata la sezione quadri e sculture, decido di proseguire con la parte dedicata ai gioielli e qui scopro con mio grande stupore che Dalì potrebbe essere vissuto benissimo ai giorni nostri per le creazioni a noi lasciate oggi. I gioielli che ho potuto ammirare, curati minuziosamente, sono attualissimi nonostante siano stati creati negli anni '50 ed alcuni mi fanno pensare alle collezioni di alta gioielleria Dolce e Gabbana con le loro croci e cuori sacri.
 
Sopra un collage di alcune immagini scattate ai gioielli creati da Dalì.
 
 
 Dopo la visita decido di fare uno spuntino, sono le 16,30 e per pranzo qua non c'è nulla di strano considerando i ritmi spagnoli.
Mi portano questo mix di carne, patate, verdure e pesce...ecco una delle poche cose che si rimpiange all'estero è sempre il cibo, noi siamo davvero insuperabili. Il vino tinto non è male, è della cantina Peralada e lo bevo con gusto entrando nel mood catalano per un attimo.
 Un ultima foto alla chiesa di Sant Pere e rientro in hotel per prepararmi per la serata a Peralada.

 


Esco in anticipo con un abito rosso di Elisabetta Franchi, il colore intenso mi ha fatto subito pensare a questa tappa spagnola  e quindi non ho avuto dubbi per la scelta dell'outfit serale. Anche il bracciale egli orecchini sono della Franchi, la borsa è Lady me di Sara Battaglia.




I tempi di attesa di un taxi sono altissimi, solo dopo 40 minuti riuscirò a salire e parlando con l'autista apprendo che sono pochi e che lavorano solo in questo periodo estivo perché poi in inverno c'è poco turismo e dunque non essendoci richiesta, non danno altre licenze. Alla luce di questo , comprenderò meglio il furto di 25 euro per pochi chilometri...
 
 
Scendo davanti al cancello principale del Castell de Peralada e sono molto emozionata lo ammetto.
Appena riesco farfuglio qualcosa , un mix fra inglese e spagnolo e convinco un signore a scattarmi una foto ricordo.


 Dopo aver percorso l'intero viale trovo davanti a me il castello di Peralada, avvolto da un edera che pare dipinta tanto è perfetta, scopro dopo poco che è adibito a ristorante e Casinò e che dunque l'auditorium con lo spettacolo di Roberto Bolle ed i suoi friends sarà laterale rispetto a questo magnifico fondale .
Prendo postazione dopo che la security  autorizza l'ingresso all'auditorium che non è all'altezza delle mie aspettative; un parco fantastico, un castello elegante , viali rigogliosi e poi mi trovo seduta su una scomoda seduta in plastica con tanto di foglie che nessuno si era curato di eliminare prima degli accessi e questo dopo aver percorso gradini di una struttura allestita in tubo e giunto e la gente a fianco a me  in t-shirt e jeans che sventola vorticosamente il ventaglio come in un tic nervoso... non ci siamo proprio.
 
 
Lo spettacolo scivola via nei due atti e per conoscere le mie impressioni a caldo durante il Bolle end Friends vi invito a leggere l'articolo sul blog della mia cara amica Manuela che mi ha chiesto di raccontarle i commenti su questa ultima tappa del Bolletour 2016. Ringrazio Manuela perché per me è un onore essere presente nel suo blog che considero di alto livello e raffinato per i contenuti che tratta e che dunque vi consiglio di aggiungere all'elenco dei vostri preferiti.
 
 
Dopo lo spettacolo, oltre alla delusione di non aver potuto vedere nessun artista si è unita l'ansia di non riuscire a trovare un taxi. Il portinaio infatti mi risponde che non ci sono taxi in zona ...io non ci voglio credere, neanche fossimo in pieno deserto.
 
Dopo un secondo tentativo di richiesta mi dice che conosce una persona che potrebbe darmi un passaggio...dopo mezz'ora arriverà un'auto (non taxi)...titubante salgo, per fortuna mi porterà fin sotto l'hotel a Figueres per altri 20 euro...forse lo sconto era dovuto al fatto che non era un taxista??? mah
 
Mi butto sul letto e penso che devo fuggire da questa zona depressa, domani mi sposterò a Barcellona che già conosco e so che non mi deluderà affatto, chiudo gli occhi e penso all'itinerario di domani, notte.
 
 
Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché.
 I loro desideri hanno le forme delle nuvole.
(Charles Baudelaire)
 

Nessun commento:

Posta un commento