giovedì 24 settembre 2015

#MFW e #N21, un nuovo successo per Alessandro Dell'Acqua


Lunedì è arrivato l'invito, è ufficiale, anche quest'anno sarò fra il gruppo di privilegiati che potranno ammirare la nuova collezione N°21 per la primavera-estate 2016. Ringrazio per questo Mr. N°21 ovvero Alessandro Dell'Acqua, direttore creativo che stimo tantissimo.
Anche se di per sé la sfilata ha una durata di pochi minuti, ogni anno il giorno prima già penso ai possibili outfit adatti per l'evento, non si può sbagliare, bisogna essere calate nel contesto pur mantenendo la propria personalità e stile.
Io qui sotto ho fatto le mie prove e alla fine quale avrò scelto???
 
 
 
Ecco alla fine ho scelto questo abbinamento, (sotto in foto) pull in lana leggero adatto alla stagione in azzurro marina con le sirene della collezione N°21 di questo autunno inverno, la gonna in pelle in tono marrone che da sicurezza, equilibrio e un tocco di tradizione ; uniti insieme i due colori sono frequenti abbinamenti che Alessandro Dell'Acqua propone per la stagione invernale.
Il vezzo di questo outfit sono i sandali, rigorosamente N°21 con applicazione floreale asimmetrica nei toni del bianco e nero.
Il fiore bianco richiama la borsa a busta logata N°21.
 
 

Unico neo per questo look la pioggia che mi ha accolta a Milano...pazienza, ormai non posso tornare a Ferrara e quindi affronto con disinvoltura le pozzanghere.

Arrivo prima del previsto a Milano e così scendo dal taxi in via Sciesa 3 quando ancora la grande passerella è protetta da un telo in nylon e le modelle provano la loro uscita in abiti non da sfilata; è la prima volta che mi capita, è molto emozionante vedere questa anteprima .
Incrocio Alessandro Dell'Acqua, ci salutiamo e mi fa capire che non somo la sola ad essere emozionata e io sorrido perché effettivamente capisco che in 10 minuti di sfilata deve presentare la sua collezione e farla amare al tempo stesso.
Lui però è un grande maestro, non deve temere e i fatti mi daranno ragione perché trovo che questa collezione SS16 sia l'ennesimo successo per il suo brand.


 
La passerella rossa a forma di 8 ancora protetta, sta per iniziare la prova delle modelle !

 
Alessandro Dell'Acqua, direttore creativo di N°21 sulla passerella prima dell'inizio della sfilata.


Rispetto alle 18 la sfilata inizierà solo alle 18,45 , tutti gli invitati infatti hanno grande ritardo causato da una Milano bloccata dal maltempo e dagli spostamenti della MFW.


 
Io ho preso posto e sorrido felice di essere qui.

 
Davanti a me ci sono Candela Novembre, Riccardo Pozzoli e poco distanti Paolo Stella, Giampaolo Sgura, Victoria Rader e Chiara Ferragni poi uscendo saluterò Anna dello Russo, Sara Battaglia e Beppe Angiolini, insomma tante persone a me note che seguo regolarmente sui social e che quindi è sempre bello poter incontrare nel mondo reale.
 
 
Ecco l'arrivo di Chiara Ferragni alla sfilata, indossa un coat n°21

 
Ecco anche Giampaolo Sgura in t-shirt bianca  e cappellino da baseball.
 
 
Ecco finalmente i primi scatti della collezione, sono entusiasta, Alessandro dell'Acqua utilizza per la prossima primavera estate 2016 materiali diversi come pellame, cotone, piume, chiffon con decorazioni di pon pon, ruches,  cristalli di swarovski per le tiare; una collezione davvero tutta da ammirare. Il tocco di Alessandro è in ogni singolo capo, nella perfezione dei dettagli mai lasciati al caso, nelle decorazioni e nell'essenza di questa donna nuova, moderna, sicura di sé che non perde mai il suo romanticismo.
 
Uno dei capi che preferisco, splendido coat con decorazioni applicate.



 

 

 





Ecco tutta la collezione ...




 







 
Ecco Alessandro al termine della sfilata,
tantissimi applausi per lui!!!Bravo Ale!!!
 
 


 
I sandali sono come sempre opere d'arte,
questa volta in pellami pregiati e piume con lacci e pon pon,
una meraviglia tutta da indossare .

La grande novità di questa sfilata sono le tiare,
elegantissime e gli occhiali da sole che non vedo l'ora di poter acquistare per completare il look estivo!


Al termine della sfilata scappo nel back stage, tutti i fotografi e giornalisti sono già attorno ad Alessandro Dell'Acqua
per i commenti a caldo, anche Anna Dello Russo si complimenta con lui ed io la seguo al wall,
dove lei fa già le sue scelte estive di gonne preferite,
in un attimo si gira e io incantata da questa icona di stile riesco comunque a far uscire parole di stima nei suoi confronti.


Ecco Anna Dello Russo
che sceglie nel dopo sfilata i suoi capi preferiti.
Profonda ammirazione, un mito davanti a me.

Poco distante vedo Sara Battaglia e così vado a salutarla.
Anche a febbraio era stata tanto gentile da farsi scattare una foto con me e anche questa volta non si sottrae,
davvero una persona squisita .
Mi congratulo anche con lei per la sua nuova collezione di borse e
gli faccio intendere che ho già puntato una borsa a cui difficilmente riuscirò a resistere.

Guardo l'orologio, è tardissimo e mi precipito in strada per cercare un taxi...
impresa molto difficile perché solo dopo 40 minuti riuscirò in questa impresa;
purtroppo il mio treno per Ferrara è già partito,
pazienza, arriverò più tardi a casa ma con una grande esperienza nel cuore e da raccontare.



 
 Bravissimo Alessandro, anche questa volta hai dato il meglio , un vero successo,
ora non mi resta che dirti, "ci vediamo a febbraio per la nuova MFW"?
 

lunedì 21 settembre 2015

Conto alla rovescia per MFW

Dopo New York e Londra, dal 23 al 28 settembre attendiamo a Milano l'apertura della settimana della moda dedicata alla donna per la stagione primavera-estate 2016.


Dopo Milano sarà la volta di Parigi che chiuderà la moda donna; si dovrà poi attendere febbraio per avere le anticipazioni della moda del prossimo inverno .

Per le sfilate uomo invece i periodi sono diversi: gennaio per le collezioni autunno-inverno  e giugno per la successiva  primavera-estate .

Facendo un giro negozi a Milano ho percepito l'attesa di questo grande evento che ogni anno per quattro settimane, regala a Milano una grande vetrina per mostrare il nostro made in Italy.

Nella settimana dal 23 al 28 si prevedono ben 70 sfilate, 105 presentazioni e 26 eventi e io come lo scorso anno sono stata invitata da Mr N°21, Alessandro Dell'Acqua, direttore creativo del marchio.
Inutile dire che sono davvero felice di prendere parte a questo evento, seguo da anni la moda, gli stilisti, le loro proposte, compro e sfoggio i miei look preferiti e quindi arrivare a seguire direttamente una sfilata ed  entrare a salutare lo stilista a fine evento è molto emozionante.


Per la mia presenza alla sfilata ho già comprato qualcosa d'effetto e facendo un giro per negozi a Milano ho selezionato un po' di capi e accessori N°21 che preferisco.


 







Come sto??? questo golfino d'angora è qualcosa di spettacolare, morbidissimo e d'effetto in questo tono di azzurro che non mi sta affatto male :)

Ora vado , ci vediamo alla sfilata N°21 il 23 settembre!
 








mercoledì 16 settembre 2015

VIAGGIO ALLA SCOPERTA DI EXPO: come l'Italia nessuno

Albeggia, è venerdì 11 settembre, una data che io associo a NY, al suo dolore e al suo God Bless America e che quest'anno ho deciso di trascorrere all'EXPO insieme alla mia famiglia senza pensare che Milano per questo possa essere un bersaglio facile di attentati;  si deve andare avanti in qualche modo e non c'è niente di più terribile della paura per un popolo .

Il nostro tour ha inizio da Bologna in stazione treni, saliamo sul frecciarossa che ci porterà direttamente a Milano in un'ora . Le aspettative sono tante ed anche i timori perché da maggio tanti nostri amici sono già andati e abbiamo ricevuto feedback più o meno poco incoraggianti dove di certo c'è solo una cosa, le code disumane che ci troveremo a subire per poter entrare in ogni padiglione.


Io sono pronta a partire, outfit comodo con jeans a zampa, camicia verde smeraldo o speranza , giubbino in pelle nera, borsa Chanel classica, decolleté Prada blu che nonostante il tacco basso (3 cm) si riveleranno una scelta poco azzeccata perché la punta stretta a fine serata si farà sentire eccome...

Prima di entrare in Expo, giunti a Milano, andiamo in centro per depositare i bagagli in hotel; in realtà per questa esperienza milanese con la mia famiglia non ho scelto un semplice hotel ma un appartamento in pieno centro, a piazza Duomo, "Glamour Apartments ".
Anche il cielo grigio di Milano non ha diminuito lo stupore, una meraviglia, solo la vista mi fa dimenticare quanto ho pagato questo alloggio e  sono pienamente soddisfatta.

La vista dalla nostra finestra ...



Gli interni molto eleganti.
 
 
Dal Duomo la linea rossa della metro ci conduce in circa mezz'ora a Rho Fiera e di lì inizia il nostro cammino verso i tornelli dell'ingresso ed i controlli di sicurezza; siamo dentro, la curiosità aumenta !
 
 
La prima cosa che acquistiamo è il passaporto di Expo, una trovata geniale degli organizzatori (ogni bambino ne ha sicuramente acquistato uno) costa 5 euro e ti permette di collezionare i vari timbri Expo di ogni paese nel momento in cui si visita il padiglione. Io non posso non averlo quindi ne compriamo due, uno anche per mia figlia.
 
Il primo padiglione visitato è quello del Bahrain, fuori c'è poca fila e ci sembra giusto approfittarne; la sua struttura è semplice, un grande parallelepipedo in calcestruzzo bianco dove all'interno sono stati ricavati ben 10 orti botanici; il visitatore comprende così quali frutti nasceranno in diversi periodi dell'anno in questa terra che ha la fortuna di avere abbondanti sorgenti naturali di acqua dolce nel proprio territorio.

La pianta del fico d'India, all'interno del Padiglione del Bahrain.
 Proseguendo lungo il Decumano incontriamo il tanto gettonato padiglione del Brasile, dico così perché ho visto un sacco di foto di gente che conosco in cammino sulla rete sospesa al di sopra del giardino brasiliano, è una buona attrattiva anche per i più piccoli ma io andando un po' controcorrente decido di non fare le due ore e mezza di fila e scatto solo alcune foto.
 
La rete del Brasile che attraversa un giardino con piante tipiche locali.
 

La sera tutto è più scenografico e da sotto la rete scatto queste foto, a stretto contatto con le piante tipiche brasiliane esposte.
 

Ci soffermiamo anche davanti a questo mega schermo di Save The Children e condivido la nostra foto famiglia .


Abbiamo poi visitato la Repubblica di Corea, un padiglione che devo ammettere ha superato le mie aspettative. Dall'esterno la sua forma ricorda i vasi bianchi  (moon jar) in ceramica tradizionale coreana in cui si conservano i cibi durante la fermentazione. Durante l'attesa, abbiamo praticamente girato tutto attorno al padiglione ed in coda ammiriamo immagini forti come quella delle radici che non hanno più alcun nutrimento oppure la pila di scatolette vuote che fa riflettere sul cibo spazzatura ogni giorno ingerito nel nostro corpo. Quindi dopo pochi passi capisco che il padiglione sicuramente ha centrato il tema Expo.
La visita è guidata e quindi,  diversamente dalla maggior parte dei padiglioni dove la visita è libera, senza spiegazioni in cui si rischia di non comprendere il significato, qui abbiamo invece il  nostro cicerone che è indubbiamente coreano ma sfoggia un buon italiano; il mio primo stupore infatti è questo: in un paese in cui ogni giorno rinneghiamo la nostro lingua a favore dell'inglese, fortunatamente in Expo abbiamo sfoderato il sano patriottismo ed anche gli stranieri dovranno finalmente sforzarsi di comprendere la nostra lingua.

Allestimento esterno del padiglione Corea, la metafora della mancanza di cibo.

Allestimento all'ingresso del padiglione Corea.

La metafora dei grassi che introduciamo nel nostro corpo; cibi poco salutari che ci portano solo all'obesità.


 
Due robots automatizzati presentano l'importanza della frutta e verdura e rispettive calorie .


Opere visive per rappresentare e sensibilizzare il visitatore alla crisi alimentare


Passando lungo il Decumano non posso non ammirare le belle strutture del padiglione Uruguay, Cina e Colombia che tuttavia sono off limits per durata di coda...purtroppo è così, ci si scoraggia alcune volte perché davvero si parla di 3-4 ore in piedi e se non hai passeggini alla mano o non si è nello stato di gravidanza, non c'è modo di sfuggire alle lunghissime attese.

Una bella foto dall'aiuola che divide il padiglione della Cina (a sinistra) da quello della Colombia (sotto e a destra).

Padiglione Colombia sullo sfondo.

Dicono siano belli anche il padiglione Argentina e quello della Malesia ma purtroppo anche di notte le code non sono diminuite e così scatto solo una foto ricordo.

 
Dopo una lunga coda accediamo al padiglione dell'Azerbaijan, in cui ammetto che rispetto all'involucro esterno molto interessante architettonicamente, trovo poco interessante il suo contenuto; ovvero molto carine le installazioni di fiori che cambiano intensità a sfioro di mano, interessante anche la sfera in vetro che esprime il concetto di biodiversità : in Azerbaijan ci sono 9 delle 11 aree climatiche conosciute, oltre 4000 specie di piante e più di 20 mila specie animali. Però ho visto poco centrato il vero tema dell'EXPO...
 


Subito a fianco all'Azerbaijan c'è il padiglione degli Emirati Arabi, molto bello anche in questo caso per la scelta cromatica e materica del padiglione che richiama le dune del deserto, padiglione frequentatissimo per le grandi aspettative che anche in questo caso sono state in parte deluse perché un filmato nella sala centrale ci parla di Dubai e delle sue ricchezze, un grande plastico ci mostra Dubai oggi e la Dubai del Futuro del 2020 in occasione di Expo Dubai. C'è una sezione dedicata al dattero, ma tuttavia nei contenuti non sono rimasta soddisfatta perché si sono focalizzati troppo sul 2020 anziché centrare il tema 2015... Al termine della visita viene servito il loro caffè.
 

 Io piuttosto provata dalla coda di ingresso nei vari padiglioni...Occhiali Dior, Borsa Chanel.



Oltre al timbro del padiglione Expo Emirati Arabi Uniti (in alto a sx) viene impresso anche il timbro di Expo 2020 che si terrà appunto a Dubai, inoltre viene scritto in arabo il nome del titolare del passaporto.

 
 
Con un piccolo escamotage messo in scena da mio marito riusciamo a by passare una coda terribile al padiglione del Regno Unito, anche qui il nulla, si parte da un'ape e dal suo  frutteto, passando per un prato fiorito fino al ritorno all’alveare, il tutto accompagnato dai rumori registrati in un vero alveare; la struttura metallica esterna non è altro che la rappresentazione di un grande alveare che di notte si tinge di giallo miele.

Foto dell'oculo dell'alveare.

Lo devo ammettere per alcuni padiglioni davvero non sono riuscita a giustificare tante ore di coda, penso che forse i media indirizzino verso certi padiglioni per altri motivi, e poi sono convinta che realmente la gente si attenda grandi cose che di fatto non esistono. Il padiglione del Regno Unito è uno di questi, quando esci dici: e quindi???
 
 
Mi sento di consigliare invece la visita ai padiglioni di Marocco e Qatar, due paesi che a mio avviso hanno scelto di presentarsi fruttando la scoperta sensoriale, il cibo, la gastronomia e l'artigianato, mostrandosi con i propri sapori, tradizioni e alimenti. Il Qatar è un paese molto arido, desertico da sempre in cui i propri abitanti hanno dovuto ingegnarsi per avere acqua; gli investimenti hanno fatto in modo di desalinizzare l'acqua del mare. Interessante scoprire l'artigianato locale, le tradizioni di questi paesi  e poter assaggiare nei loro ristoranti i cibi tipici.
 
Il padiglione del Qatar con il suo grande cesto in vimini centrale.

Il padiglione del Marocco, a lato a quello del Qatar.

Il salotto del Qatar...tutti al cellulare ;)

Artigianato del Qatar

Nello spazio del Padiglione, a forma di cesto, è possibile assistere a uno spettacolo interattivo in cui questo albero della vita si anima di immagini della cultura del Qatar.

 
Il padiglione del Giappone, visto solo da fuori per le 4 ore di coda...sicuramente merita ma non è possibile entrare in tutti i padiglioni in tre giorni e di questo siamo consapevoli quindi ci fidiamo dei commenti degli altri :)


La Turchia ha un padiglione che ricorda la pianta del melograno ed in esterno ospita un giardino di platani dove degustare il tè ottomano, circondati da chioschi e aree mercato, molto piacevole.

Il padiglione degli Stati Uniti, non aveva troppa fila e quindi siamo riusciti ad entrare abbastanza agevolmente.
Si accede tramite una passerella in legno recuperato dal lungomare di Coney Island e la struttura si ispira ad un granaio americano, con una struttura aperta su più piani. L’elemento distintivo del Padiglione è la grande ‘fattoria verticale’, da cui si ottiene un raccolto quotidiano. 

La terrazza panoramica.
 
Dalla terrazza degli Stati Uniti vediamo l'ingresso al padiglione del Kuwait, sembra davvero interessante perché ci trasmette subito a prima vista il concetto di acqua e del suo spreco attuale.

Dopo gli Stati Uniti visitiamo la Svizzera, ero entusiasta di visitare questo padiglione perché avevo letto che aveva impiegato la metafora delle torri piene di cibo e dei visitatori che potevano prendere quantità dello stesso tenendo conto di non esaurire tutto entro la fine di ottobre. Sarebbe stato carino far parte di questa logica ma purtroppo, dopo aver visto tante foto della Svizzera dentro al padiglione senza trovare altro, chiedo e mi si dice che i biglietti per le torri vengono concessi solo il mattino e i pochi che accedono dunque possono farlo solo a determinate ore da loro indicate...insomma non mi è piaciuto, dopo la coda scopri che in realtà la visita è parziale .
Ci siamo consolati con un piatto di raclette dopo la delusione.


 

La prima serata termina con lo spettacolo di luci e giochi d'acqua in Lake Arena, davanti all'albero della vita.
Per noi che abbiamo già visto le fontane del Burj Al Arab questo non è così eccezionale ma pur sempre emozionante nonostante si riesca a litigare anche per avere un posto seduti a terra, perché in fondo alcuni italiani devo ammettere sono profondamente cafoni .





Milano, nel nostro secondo giorno, ci sveglia sotto un tiepido sole; aprendo la finestra ammiro tutta la piazza, sembra un buon giorno e sveglio il resto della famiglia.




 Il secondo giorno in Expo ci vede più rilassati, consapevoli di quanto ci attende, quindi partiamo giusto in tempo per essere ai cancelli all'apertura delle 10:00 ma senza assillo, in fondo anche oggi la coda non ci abbandonerà mai.




Arrivando con la metro, dal passaggio pedonale aereo si apre alla vista una marea di visitatori in arrivo dall'ingresso Ovest, quello diretto dai treni...mi chiedo quante ore dovranno già affrontare di coda senza nemmeno aver visto ancora un padiglione!!!

In effetti tanti come noi hanno ben pensato di portare i propri figli all'Expo prima dell'inizio della scuola, detto fatto, il nostro week end ha fatto registrare il record di ingressi...che fortuna aver scelto queste giornate...

 
Il primo padiglione in cui entriamo è quello del Nepal, il giorno precedente la coda di tre ore e mezza aveva sviato la nostra intenzione.
Oggi ho messo le Rockstud di Valentino nere in edizione limitata, più comode e per un look grintoso.


L’atmosfera in cui si calano i visitatori è quella degli antichi insediamenti delle valli di Kathmandu, con porticati e templi caratterizzati da colonne intagliate a mano.
Tuttavia il tema del cibo non lo trovo, a pagamento si possono comprare oggetti di artigianato locale o mangiare qualcosa di tipico, ma dopo aver visto il Buddha in cima alla scala, tutta la delusione mi pervade, non si parla del tema Expo o comunque non è percepibile come forse avrebbero voluto.


L'area centrale del padiglione del Nepal 
 
 
Dal Nepal passiamo al Kazakhstan che di fatto attira i visitatori già dall'esterno con gli spettacoli in costume tipico ; è un bel padiglione che sicuramente ha investito tutte le risorse per anticipare ciò che sarà l’Esposizione Internazionale di Astana del 2017.Il piano superiore prevede anche il mercatino degli oggetti di artigianato locale. E' un padiglione vivace che merita di essere visitato.

 

 
Dopo questo padiglione ci siamo visti senza alcuna ressa tutti i paesi produttori di caffè : Burundi, El Salvador, Etiopia, Guatemala, Kenya, Repubblica Dominicana , Ruanda, Uganda e Yemen.
Quindi si è potuto assaggiare il loro caffè incredibilmente senza dover fare coda anche perché poi di fatto, lo devo ammettere, sono padiglioni molto spogli e per questo la gente è scarsamente attirata.


 
Mio marito e Sophia alle prese con i chicchi di caffè.
 
 

Volutamente il padiglione Italia è stato l'ultimo della nostra esperienza in Expo, volevamo finire in bellezza e così è stato, non perché siamo Italiani ma perché in effetti la domanda che ci si pone in una sala del padiglione è molto azzeccata:
come sarebbe il mondo senza l'Italia??? 

Devo ammettere che il padiglione Italia sorprende, siamo riusciti finalmente a fare promozione del nostro paese , una cosa molto rara e difficile da noi. Ciò di cui non mi capacito infatti è che nonostante l'Italia sia ricca di beni monumentali invidiabili, una cultura che spazia tra i vari secoli tempestata da personaggi famosi della nostra storia e tradizione, la nostra moda, le tecnologie,  la buona cucina ecc...,  comunque a fatica riusciamo ad attirare attenzione su questi nostri tesori; ciò per cui siamo famosi sono sempre grandi scandali politici, l'incompetenza del nostro governo, la mafia, le tangenti, insomma agli occhi del mondo l'Italia pare sempre lo zimbello del mondo. E invece non deve essere così, il nostro made in Italy che tutto il mondo ci invidia non si riesce a copiare; nemmeno in certe improbabili ricostruzioni artificiali i paesi riescono ad avere una minima impressione di ciò che è il nostro patrimonio perché a loro manca la tradizione che abbiamo noi, che ci tramandiamo da generazioni. Per questo dobbiamo essere orgogliosi di essere italiani perché da noi si trova tutto: cultura, arte, paesaggi da nord a sud strepitosi, coste favolose, una cucina regionale che presenta infinite soluzioni culinarie, vitigni pregiati, tecnologie all'avanguardia, alta moda... che altro??? Esiste un paese in cui potete trovare tutto quello che c'è da noi? no, non esiste, siamo insuperabili pur con i nostri difetti ma del resto difendere e gestire un patrimonio così immenso è davvero complicato.
Ciò che invidio a volte degli altri paesi è il sapersi vendere agli occhi degli altri, ovvero pur avendo solo 1/100 del nostro patrimonio, riescono a far parlare di sé e a far venire voglia al turista di visitare il loro paese e noi rimaniamo anche contenti ed esterrefatti perché da loro funziona tutto bene! Forse dovremmo cercare di rimboccarci di più le maniche per proteggere la nostra bella Italia e cominciare a pensare che gli scavi di Pompei o il Colosseo non possono rimanere chiusi davanti ad un mondo che ha sete di cultura, cultura che è in gran parte nel nostro paese e di questo dobbiamo essere fieri.
 

Qui siamo in una delle prime sale dove alcuni personaggi si raccontano con voci fuori campo, le loro testimonianze servono a farci capire come nasce un'eccellenza nel nostro paese.


 
Il palazzo Italia ha le sembianze di una ramificata foresta urbana che affonda le proprie radici a terra e libera i rami e la chioma verso l'alto. I livelli visitabili sono quattro. Fortunatamente tale padiglione pare rimarrà aperto anche dopo il 31 ottobre destinato al polo dell'innovazione tecnologica al servizio della città.
Il rivestimento impiegato per il padiglione Italia ha proprietà fotocatalitiche ovvero a contatto con la luce del sole cattura gli inquinanti presenti in aria e li converte in sali inerti.


Qui siamo all'interno delle sale interamente rivestite da specchi;le immagini dei nostri territori, delle nostre opere d'arte, dei luoghi simbolo della nostra cultura vengono proiettate e si alternano dopo pochi secondi in maniera tale che il visitatore viene immerso per un attimo all'interno di questo scenario fantastico che è l'Italia.



 
Noi tre, perché Italia vuol dire anche famiglia e tradizioni.

L'albero della vita visto dal padiglione Italia; icona centrale intorno a cui sono stati disposti tutti i contenuti. Il disegno delle radici  visto dall'alto collega tra loro le diverse zone regionali.


 
 
 
Il  mio Expo finisce qua, 24 padiglioni, piedi gonfi e tanta stanchezza ma con una certezza: l'Italia è il paese più bello del mondo!